AZIENDE FELICI = PERSONE FELICI

01.06.2017

PERSONE FELICI = AZIENDE FELICI

Sempre più aziende comprendono e usano a proprio vantaggio, le nuove risorse di consapevolezza della qualità del lavoro. 
Vivere pienamente il proprio lavoro, con più serenità, più creatività, più concentrazione e più qualità del tempo è la nuova frontiera che buca il vecchio paradigma obsoleto del mondo del lavoro.

Una ricerca di Top Employers Institute rivela che il 76% delle aziende si preoccupa dell'equilibrio psicofisico dei dipendenti e offre palestre, nutrizionisti e counselling. Il mondo dei "fringe benefit" mostra secondo gli espertu "un'attenzione spiccata alle soluzioni antistress e alla sostenibilità". 
I risultati del sondaggio tra i datori di lavoro dicono che il 71% "propone e attua un'ampia serie di programmi di benessere, con varie opzioni a scelta del dipendente, che spaziano da programmi di fitness e iscrizioni in palestra, a corsi di yoga, massaggi, consulenze nutrizionali e sedute di counselling, accanto alle più tradizionali ma molto apprezzate polizze integrative di assicurazione sanitaria". Seguono a pari merito (66%) i corsi di gestione del tempo, per imparare a lavorare in maniera più efficace e con minore sforzo, e il parcheggio aziendale (che in alcuni casi viene integrato da un servizio di bike sharing). Il 59% non solo concede, ma favorisce permessi speciali per attività di volontariato.
Le altre ricette per migliorare l'ambiente di lavoro sono: nel 56% dei casi la possibilità di un intero anno sabbatico per motivi di studio, aggiornamento professionale, assistenza e cura parentale o anche per una pausa di riflessione personale, per "staccare la spina" e poi rientrare più motivati e proattivi sul posto di lavoro. A seguire: il 41% provvede a contributi economici per l'accudimento dei figli e il 18% propone incontri e programmi per aiutare a smettere di fumare. "Risultati che confermano il nuovo approccio aziendale ai fringe benefit: non più omologati e uguali per tutti, ma il più possibile personalizzati e calibrati sulle esigenze dei singoli dipendenti. E pensati anche in chiave competitiva in un'ottica di attrazione e fidelizzazione dei talenti", dice la ricerca. Davide Banterla, project manager Italia di Top Employers Institute, dice: "Il mercato è cambiato e la motivazione per cui si cambia lavoro non è più solo quella economica, ma entrano in gioco anche altri fattori, come l'ambiente di lavoro, le prospettive di carriera, la flessibilità e -perché no?- anche i fringe benefit su misura".


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Barbara Corradini