L'ottimismo "appreso", fanne un arte ed esci dal guscio della negatività
Si può imparare a diventare ottimisti cambiando i pensieri distruttivi che rivolgiamo a noi stessi quando sperimentiamo le avversità della vita in pensieri positivo, o meglio, in pensieri non negativi: se si utilizzerà un diverso stile di pensiero si sarà meglio equipaggiati per affrontare i momenti difficili e per impedire che le avversità ci trascinino nella depressione.
Gli ottimisti infatti, nelle controversie, non si rassegnano passivamente ad esse, ma pensano di poter influire positivamente sul processo di risoluzione del problema diventando attivi, per esempio se si ammalano prendono regolarmente le medicine, cambiano stile alimentare e abitudini di vita. E' stato dimostrato che i figli dei genitori ottimisti hanno migliori probabilità di sviluppare una concezione del mondo ispirata alla fiducia nelle proprie capacità e alla stima di sé.
Martin Seligman, uno studioso che ha condotto una lunga ricerca su questi temi, ritiene che la maggior parte delle persone non immagina nemmeno quanto ottimismo e pessimismo possano influire sulla loro vita e sulla loro salute. Egli sostiene che la maggiore differenza fra queste due categorie di persone sia nel fatto che:
- I pessimisti ritengano che gli eventi negativi durino a lungo, distruggano tutto e siano la conseguenza di colpe proprie o delegano ad altrui.
- Gli ottimisti, quando devono confrontarsi con le avversità di questo mondo tendono a credere che la sconfitta sia temporanea e che le sue cause siano circoscritte a uno specifico evento.
Il pessimismo si può evitare: i pessimisti possono infatti imparare a essere ottimisti non attraverso stratagemmi come fischiettare , ma attraverso l'apprendimento di un set di abilità e riflessioni per riuscire ad uscire dall'immobilità del negativismo.
- Gli eventi non vanno "personalizzati": è sbagliato auto-accusarsi sistematicamente quando si fallisce,per assumere un atteggiamento ottimista occorre imparare ad attribuire i successi, almeno in buona parte a se stessi (ci sono casi in cui forze esterne a noi compiono aiuti o sostegni al progetto), complimentandosi con sé stessi. "Le virtù nascono da sane abitudini" Aristotele. Gli insuccessi devono invece rappresentare un'occasione per migliorare apprezzando l'impegno a prescindere dal risultato.
- Un pensiero di tipo ottimista può produrre un buono stato di salute. Un pessimista tenderà a dire. "Nulla di ciò che faccio è importante o funziona" e di conseguenza "perché farlo?". E' assai improbabile che una persona di questo genere smetta di avere comportamenti disfunzionali con sé stessa, anzi, tende a rimanere ferma nelle sue convinzioni ed avere una vita a spirale discendente. Tutto questo determinerà una maggiore probabilità di ammalarsi, o sentirsi a disagio, essere cagionevoli e spossati. Gli individui pessimisti poi è possibile che nella vita sentano di essere più sfortunati perché sono normalmente più passivi verso gli eventi stessi e si adoperano meno per prevenirli e re-agire pro-attivamente.
- Per guardare con ottimismo alla vita, è necessario sviluppare la capacità di instaurare una sana auto-stima, perché più essa è solida più la nostra auto-efficacia nelle relazioni interpersonali sarà funzionale mantenendo buoni rapporti sociale, traendo anche beneficio e sostegno nelle nostre relazioni.
- Non sempre il fallimento è una diretta conseguenza di errori propri; può dipendere anche da fattori esterni, circostanze o azioni di altri. Tuttavia, l'individuo ottimista per-dona sé stesso/a o gli altri non per condonare, bensì per liberarsi di emozioni come la rabbia ad esempio, trasformandola in risorsa, smettendo di bere una tazza amara che fa male solo a sé stessi.
- Non scoraggiarsi dopo la sconfitta, anzi la situazione negativa deve essere percepita come una sfida da sostenere strenuamente, attuando diversi piani di azioni, trovare nuove strategie e risorse per cambiare la situazione a proprio favore per la propria crescita personale.
- Se si utilizzerà un diverso stile di pensiero si sarà meglio equipaggiati per affrontare i momenti difficili e per impedire che le avversità ci trascinino nello sconforto più cupo.
Il succo della storia è tutto nella frase: "Così pensi, così stai".
Prendi carta e penna e traccia un quadrato con delle colonne. In orizzontale scrivi i giorni della settimana, in verticale, tutte le emozioni che ti vengono in mente.
Metti una X nel giorno in cui provi quelle emozioni e diventa il tuo stesso investigatore. Scopri in quali contesti hai pensieri ed emozioni negative, con chi, in quali occasioni, quando e come si attivano i pensieri negativi e che emozioni fanno scaturire.
Sii il tuo miglior coach, e ricorda che "Così pensi, così stai".
Buon allenamento!
Barbara